Descrizione Progetto

Minturno

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In quest’area, prossima alla costa tirrenica, sorge uno dei principali complessi archeologici del Lazio: Minturnae, un’area dal grandissimo valore storico-monumentale, ricca di vestigia dell’antica città-porto, nonostante centinaia di reperti, oggi esposti in diversi musei esteri, siano stati sottratti dall’esercito borbonico nel 1820.

La vasta area archeologica racchiude al suo interno il più antico insediamento di forma quadrata (castrum), a partire dal quale si sviluppò la grande città di cui ancora sono conservati i resti delle mura in opera poligonale.
Diventata colonia romana, nel 296 a.C., l’antica Minturnae visse il suo massimo splendore nel II sec. a.C., come testimonia la presenza di templi, portici, terme, il foro, il macellum, il teatro e l’anfiteatro, all’interno della cinta muraria in opera quadrata.

In particolare, il maestoso teatro, completamene restaurato in età augustea, con la cavea, la scena e l’orchestra, agibile ancora oggi, è il vero simbolo dell’antica Minturnae. Un ampio restauro, necessario dopo i pesanti danneggiamenti del 1943-44 dovuti alla vicinanza alla linea Gustav, ha ricostruito gran parte delle gradinate, evidenziando che nella sua piena funzionalità il teatro poteva accogliere fino a 4.600 spettatori.
L’antica struttura ospita ancora oggi una prestigiosa rassegna teatrale estiva, inaugurata nel 1960 dall’attrice Emma Gramatica con “Le Troiane” di Euripide.
All’interno degli ambulacri del teatro romano sono, inoltre, esposte statue, iscrizioni, decorazioni architettoniche, monete provenienti dalla città romana e dal territorio.